LA LINGUA DELL’ALTRO
Teorie e pratiche della traduzione
I Convegno dottorale
Roma 5 - 6 maggio 2025
Nei giorni 5 e 6 maggio 2025 si terrà la prima edizione del Convegno dottorale del Link identifier #identifier__68137-1Dottorato in Civiltà e culture linguistico-letterarie dall’antichità al moderno dell’Università Roma Tre rivolto a dottorande, dottorandi e giovani ricercatrici e ricercatori. Il tema del Convegno, da declinarsi nei filoni dell’Antichistica e dell’Italianistica, è Teorie e pratiche della traduzione. Alcune possibili linee di ricerca proposte di seguito potranno sollecitare contributi di natura teorico-metodologica (indirizzi critici, storia degli studi, posizioni influenti) e/o empirica (casi di studio esemplari o particolarmente istruttivi), pur senza precludere la presentazione di abstract differenti, ma comunque affini al tema del convegno.
Il Convegno può essere seguito anche on line su Microsoft Teams (Link identifier #identifier__55936-2link)
Link identifier #identifier__45594-3Programma
Antichistica
Nella Grecia antica, la varietà dei dialetti e il contatto con altri popoli del Mediterraneo richiesero un costante sforzo interpretativo per comprendere lingue a volte profondamente diverse e, con l’Ellenismo, divenne sempre più necessario dialogare con popolazioni di lingua differente distribuite su più continenti. Negli stessi anni, i letterati romani furono impegnati a tradurre ed emulare le opere della cultura greca: la coesistenza di diverse realtà linguistiche trova un chiaro testimone già nella celebre formulazione di Ennio, che si vanta di possedere tre cuori, corrispondenti alle sue tre lingue madri. Le idee di Cicerone e, più avanti, quelle di Gerolamo segnarono tappe fondamentali negli studi sulla traduzione mentre il latino si affermava come lingua dell’impero.
Con la rinascita del XII secolo, l’Occidente tornò a impadronirsi dei testi greci direttamente o attraverso le versioni arabe, in un rinnovato fervore di traduzioni e ri-traduzioni che segnarono momenti importanti nella storia del pensiero: si pensi alla riscoperta di Aristotele
o alla nuova diffusione di testi scientifici tradotti dal greco all’arabo e, in un secondo momento, dall’arabo al latino.
Dopo la caduta di Costantinopoli si aprì un nuovo capitolo: il progetto di papa Niccolò V per tradurre in latino tutta la letteratura greca e fondare la Biblioteca Vaticana fu il sintomo di unarinnovata e più accesa consapevolezza dell’importanza della conservazione della cultura anche attraverso la pratica della traduzione.
Oltre a essere stato uno strumento di comunicazione, dunque, l’atto del tradurre ha giocato un ruolo cruciale nella trasmissione del sapere e nella formazione di diverse identità culturali, influenzando profondamente il pensiero classico e il dialogo tra le civiltà.
Si suggeriscono pertanto interventi relativi - ma non limitati - ai seguenti temi di ricerca:
1. Teorie della traduzione nelle fonti antiche greche e latine;
2. Traduzione artistica di opere letterarie dal greco al latino;
3. Testi emessi da un’autorità politica o religiosa in lingua latina e pervenuti in lingua greca o viceversa;
4. Testi – pervenuti per via manoscritta, epigrafica, papiracea – di cui uno sia inteso traduzione dell’altro;
5. Testi tradotti in greco o latino da altre lingue confrontati con l’originale;
6. Riflessioni sul bilinguismo di opere tecniche o paraletterarie (es. trattati tecnici; glossari bilingui, ecc.) e interazioni plurilinguistiche (es. elementi egizi in papiri greci e latini, elementi punici o italici in testi epigrafici ecc.);
7. Traduzioni della Bibbia in greco o in latino o di opere cristiane dal greco al latino;
8. Traduzioni endolinguistiche: trasposizioni del medesimo testo entro la stessa lingua, ma con variazione di registro e/o stadio linguistico per adattamento a nuove esigenze (parafrasi, parodia, scoliografia e lessicografia, diverse redazioni testuali, redazioni in demotico di testi in lingua dotta o viceversa).
9. Traduzioni umanistiche di opere della letteratura greca o latina.
Italianistica
È l’avverbio quasi il centro propulsore dell’idea, ricca di implicazioni, che Umberto Eco affida all’atto traduttivo: Dire quasi la stessa cosa, ossia mettersi al servizio (è il lavoro del traduttore, del volgarizzatore o, più genericamente, del traspositore) di un dialogo altrimenti
impossibile, o fortemente compromesso, che vede al centro non solo due lingue, ma due o più culture, epoche, immaginari, trasferendo un testo e le sue implicazioni linguistiche e diacroniche da un sistema semiotico a un altro, perdendo evidentemente qualcosa ma acquisendo qualcos’altro. La traduzione sembra essere una lente in grado di correggere un fascio di informazioni linguistiche con la precipua finalità di renderlo intellegibile a un pubblico determinato, il perseguimento della quale implica un intervento massivo, insieme critico e ad alta discrezionalità, sul testo di partenza; ma anche un atto creativo, per questo ambiguo – fra aderenza al testo e individualità del soggetto traduttore –, che si pone l’obiettivo di generare un’opera nuova in grado di agire autonomamente nella cultura d’approdo, spesso anche servendosi – è il caso delle traduzioni trans-mediali – di un supporto diverso che sostituisca alla lingua scritta una voce, un movimento scenico, un’inquadratura cinematografica, un suono.
In questo senso, il convegno intende approfondire, con strumenti di volta in volta linguistici, filologici, critico-letterari e semiotici, la traduzione, e dunque il contatto fra due o più lingue o linguaggi, nella sua accezione più ampia, a partire da questioni strettamente linguistiche e linguistico-traduttologiche fino a giungere ai numerosi casi di traduzione d’autore e all’ampio, e sempre più sondato, dominio delle traduzioni intersemiotiche, con particolare riferimento al rapporto fra opere letterarie e media contemporanei.
Con tali premesse si sollecitano interventi che, mediante diversi approcci e metodologie, approfondiscano in particolare, ma non esclusivamente, i seguenti temi:
1. Teorie e pratiche della traduzione, anche in riferimento a testi che hanno apportato un notevole contributo al dibattito letterario e culturale italiano, come accaduto per il celebre Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni di Madame de Staël (1816);
2. Ricezione di tipologie testuali e di modelli culturali stranieri, di miti della classicità grecolatina o di altre letterature coeve a partire da traduzioni/volgarizzamenti esemplari o che ne hanno stimolato la pratica (si pensi, ad esempio, alla letteratura francoprovenzale
assimilata dalla tradizione volgare italiana o ancora al rapporto fra lo sternismo italiano e la traduzione/riscrittura foscoliana del Sentimental Journey);
3. Casi esemplari di traduzione d’autore e/o di autori traduttori;
4. Esempi di autori, scuole, riviste, aree geografiche o campi letterari italiani in cui era attiva la presenza di bilinguismo o translinguismo;
5. Esempi di traduzioni endolinguistiche, dalle questioni tecniche al loro ruolo nella storia della letteratura italiana;
6. Aspetti tecnici e ricostruzioni storiche di traduzioni/trasposizioni intersemiotiche e intermediali, con particolare riferimento al ruolo che hanno assunto nel corso del Novecento;
7. L’autotraduzione come pratica di riscrittura;
8. Ricezioni a partire da traduzioni notevoli, sia sotto la stretta sorveglianza degli autori (si vedano i casi di d’Annunzio, Gadda o Moravia) sia legate a una riscoperta postuma, a volte parziale e incompleta (come per Ippolito Nievo in Francia), di testi o autori italiani all’estero, spesso determinanti nell’individuazione di un modello alternativo rispetto a gusti e canoni dominanti nella cultura d’approdo;
9. L’italiano delle traduzioni, con particolare attenzione a calchi e prestiti (nonché alla loro registrazione nei dizionari bilingui), ma anche, più in generale, alla presenza di fenomeni di variazione nelle traduzioni e alla loro potenziale successiva influenza sulla lingua non tradotta;
10. Esperienze traduttive di realia – nomi che rimandano a luoghi, oggetti, cibi, bevande, elementi naturali: quali metodologie sono state usate, quali casi ci si è trovati ad affrontare e quali soluzioni sono state di volta in volta trovate nella traduzione di elementi concreti di vita quotidiana;
11. Riflessioni su problemi e possibili soluzioni posti dalla resa traduttologica di proverbi e di espressioni idiomatiche, affondando i primi le radici nella cultura e nell’esperienza quotidiana di un popolo, ed essendo le seconde caratterizzate da un significato non composizionale, non ricavabile dall’unione dei significati delle singole parole.
Informazioni generali
Laureate/i magistrali, dottorande/i e dottoresse/dottori di ricerca che abbiano conseguito il titolo da non più di tre anni dalla scadenza dell’invio dell’abstract sono invitati a presentare una proposta di comunicazione originale (massimo 350 parole, esclusi titolo e bibliografia essenziale), nonché un breve profilo accademico (massimo 100 parole) entro il 23 febbraio 2025.
Si prega di inviare la proposta all’indirizzo Link identifier #identifier__135752-6convegnodottorale.uniroma3@outlook.it, indicando nell’oggetto “Proposta Convegno dottorale” e specificando la sezione di riferimento (Antichistica o Italianistica). Nel testo dell’e-mail sono da includere le seguenti informazioni: titolo del contributo, nome e cognome, affiliazione e indirizzo e-mail per le comunicazioni. Le proposte, in lingua italiana o inglese, vanno inviate in formato .pdf anonimo. L’esito della selezione sarà comunicato entro il 16 marzo 2025.
Ogni presentazione avrà una durata massima di 20 minuti. Le relatrici e i relatori selezionati dovranno esporre il proprio contributo in presenza. Si prevedono interventi di key-note speakers. Il Comitato Scientifico avrà cura di valutare la pubblicazione degli interventi negli Atti del Convegno.
Il Convegno si terrà nei giorni 5-6 maggio 2025 presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre (Via Ostiense 234-236, Roma). Non è prevista quota di iscrizione. Le informazioni circa la registrazione, la sede del Convegno, le proposte accettate e il programma dettagliato verranno comunicate all’indirizzo mail indicato e sulla pagina dedicata nel sito del Dipartimento di Studi Umanistici.
Per ulteriori informazioni contattare l’indirizzo Link identifier #identifier__146085-7convegnodottorale.uniroma3@outlook.it
Comitato Organizzativo
Sezione Antichistica: Umberto Casa, Teresa Sissy De Blasio, Riccardo Di Prospero, Elena Esposito, Francesca Lorenzini, Andrea Murace, Luca Rovati, Marta Zinutti.
Sezione Italianistica: Matteo Agolini, Luigi Bianco, Rainer Maria Ceci, Edoardo Panei, Emma De Pasquale, Rita Di Pasquale, Andrea Riga, Davide Rubinetti, Silvia Tolusso.
Comitato Scientifico
Proff. Serena Ammirati, Andrea Angius, Patrizia Arena, Alessandro Capone, Roberta Colombi, Ilde Consales, Adele Teresa Cozzoli, Paolo D’Achille, Paolo d’Alessandro, Mario De Nonno, Roberta Fabiani, Silvia Finazzi, Maurizio Fiorilla, Ugo Fracassa, Marco Fressura, Massimo Giuseppetti, Angelo Luceri, Arnaldo Marcone, Caterina Moro, Gabriele Pedullà, Monica Venturini.